Sbocchi lavorativi di Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni

Il campo della psicologia del lavoro e delle organizzazioni è diventato nel tempo importante e promettente per chi cerca lavoro. Un’occupazione in questo settore, dopo la laurea, consente di entrare nel mercato del mondo del lavoro dalla porta principale.

Il motivo è presto detto: si tratta di una professione che riguarda sia il benessere psicofisico del lavoratore, sia il livello di produttività di una unità lavorativa.

È un concetto che mette insieme due parti conflittuali (il datore di lavoro e il management da una parte, gli impiegati o gli operai dall’altra), e che trova soluzioni qualificanti per entrambi, con lo scopo di lavorare in un ambiente sano e produttivo. Soddisfacendo l’interesse di tutti.

Nel lavoro oggi sono rilevanti tematiche come:

  • il mobbing
  • lo stress da lavoro correlato
  • la sindrome da burnout
  • la gestione dei rapporti tra colleghi
  • un approccio moderno alla gestione delle risorse umane
  • integrazione di lavoratori provenienti da culture diverse
  • gestioni dei turni
  • la gestione del lavoro da casa (smart working)

Diventare psicologo del lavoro e delle organizzazioni

Per diventare psicologo o psicologa del lavoro e delle organizzazioni occorre frequentare il corso di laurea LM-51 (laurea magistrale in psicologia).

Il corso di laurea è quindi inserito all’interno del più vasto campo della laurea in psicologia e riguarda anche il campo delle risorse umane, tanto che in alcune università può essere associato alla gestione delle risorse umane, come nel caso de La Sapienza – Roma 1, per citare un esempio.

L’accesso alla laurea magistrale è quindi regolato come sempre per titoli, cioè avendo il possesso della triennale adeguata e determinati crediti formativi, che ogni facoltà stabilisce per suo conto. Le facoltà possono stabilire accessi limitati dal superamento di una prova d’ammissione.

Che materie si studiano a Psicologia del lavoro

Essendo un corso di laurea che dà un orientamento preciso, con uno sbocco professionale ben chiaro, gli esami di norma riguardano materie come:

  • Studio delle risorse umane;
  • Selezione del personale;
  • Analisi del lavoro;
  • Valutazione della personalità;
  • Talent Management;
  • Sociologia del lavoro;
  • Psicologia dei gruppi e delle organizzazioni;
  • Psicologia del consumatore;
  • Stress negli ambienti di lavoro;
  • Sociologia della salute;
  • Sviluppo organizzativo;
  • Psicodinamica delle organizzazioni;
  • Formazione e orientamento;
  • Leadership;
  • Diritto del lavoro;
  • Lavoro digitale;
  • Mercato e politica del lavoro;
  • Laboratori: (psicologia dello sport, counseling; selezione del personale et cet… diversi a seconda delle università).

Che lavoro fare con la laurea in psicologia del lavoro e delle organizzazioni

Il corso di laurea magistrale LM51 indirizza la figura dello psicologo, che per poter operare deve essere iscritto all’ordine degli psicologi e quindi passare l’esame di stato.

Lo psicologo del lavoro e delle organizzazioni, come suggerisce il nome, è una figura professionale che può essere inserita sia nell’ambito di un’organizzazione, sia in forma di consulente esercitando la libera professione.

Psicologo in grandi aziende o enti

Nell’ambito della gestione delle risorse umane e dei rapporti all’interno del personale, ad ogni livello, una figura come quella dello psicologo è molto importante perché aiuta a gestire meglio il lavoro, cura il benessere individuale e complessivo della forza lavoro.

Lo psicologo del lavoro può aiutare sia nell’analisi del rendimento, sia nella soluzione di complessi relativi all’organizzazione e all’inserimento nei reparti, oltre a gestire i conflitti insieme al responsabile delle risorse umane (che potrebbe essere egli stesso).

In qualità di esperti del lavoro nelle sue forme organizzative, possono realizzare studi e analisi su commissione, monitore processi e fornire soluzioni su come organizzare al meglio il lavoro su grande scala.

In termini di risorse umane, specie negli enti e nelle imprese, lo psicologo del lavoro è anche un esperto del comportamento all’interno dell’organizzazione. Per cui grazie alle sue analisi e al suo monitoraggio può individuare le criticità presenti e risolverle.

Diventare recruiter

In qualità di esperto valutatore dei profili lavorativi, il psicologo o la psicologa del lavoro e delle organizzazioni può diventare recruiter.

Cosa fa il recruiter? Lavora per un’agenzia di reclutamento o all’interno del team delle risorse umane o come titolare professionista, con lo scopo di individuare i candidati migliori per ricoprire determinati ruoli.

Detto anche “cacciatore di teste” il recruiter deve effettivamente possedere quelle conoscenze che il corso di laurea in psicologia del lavoro, delle risorse umane e delle organizzazioni fornisce.

Conoscenze specifiche che gli consentono di “anticipare” il valore dell’inserimento di una unità lavorativa all’interno di una compagine più complessa, come un gruppo di lavoro o un reparto.

Egli è preparato a valutare le skill del candidato e a stilare una sorta di identikit utile al committente. Fare la recruiter è indicato per chi vuole svolgere una professione che abbia un contatto umano concreto, ponga nella posizione di decidere, ma anche di influenzare positivamente la vita delle persone.

Gli psicologi del lavoro oltre che svolgere la libera professione possono lavorare presso:

  • Istituti privati di sanità
  • Centri di salute e benessere
  • Enti e istituzioni a tutti i livelli
  • Aziende pubbliche o partecipazione pubblica
  • Uffici politici e amministrazione pubbliche
  • Sindacati e associazioni di lavoratori
  • Presso imprese private nel team delle risorse umane
  • Come recruiter per aziende

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