Diventare scrittore a 40 anni

Hai sempre sognato di diventare scrittore o scrittrice da giovane, ma non hai mai avuto modo di farlo? Hai il famoso libro nel cassetto che speri di pubblicare? L’età non è un limite.

40, 50, 60 anni, che differenza fa? Alcuni scrittori celebri hanno esordito tardi, anzi… alcuni hanno persino iniziato a scrivere da adulti.

Andrea Camilleri scrisse il suo primo romanzo nel 1978, a 53 anni. Ma le opere con Montalbano datano addirittura al 1994, quando di anni ormai ne aveva 70.

La Premio Nobel Toni Morrison ha iniziato a 40 anni, il grande Marcel Proust a 43, il poliedrico Henry Miller a 44 e J.R.R. Tolkien, autore della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, a 45 anni.

Per cui iniziare a 40, 50, 60 anni fa poca differenza. Ma cosa bisogna fare in questo caso?

Vantaggi e svantaggi

Di sicuro, se si vuole pubblicare un libro presso un editore, e quindi fare un regolare percorso da scrittore, partendo da adulti ci sono vantaggi e svantaggi.

Il primo grande svantaggio è che c’è meno tempo per sperimentare e imparare.

Quando si è giovani, di solito, si accomuna la passione della scrittura agli obblighi dello studio. E si hanno anche meno responsabilità.

Da adulti, a 40 come a 50 anni, magari si ha una famiglia, degli obblighi che tolgono via tempo prezioso. E c’è il lavoro, naturalmente. Ritagliarsi del tempo per scrivere non è semplice.

Questo comporta anche che c’è meno tempo per imparare o per commettere errori.

Se non si conoscono le regole della scrittura creativa e si scrive a caso, senza avere un’idea precisa in mente, il rischio è di impelagarsi in un’impresa troppo grande per essere portata a termine.

Da adulti c’è il vantaggio della maturità, di aver vissuto esperienze dirette, di capire meglio come funzionano i rapporti umani, di avere una consapevolezza della realtà più completa.

Ma c’è lo svantaggio che non si può andare avanti a tentativi, scrivere cose che non interessano, usare il primo tentativo come il passo decisivo per pubblicare un capolavoro (l’eccezione anziché la regola).

Né si può procedere a tentoni, riempiendo fogli di parole che poi non portano da nessuna parte.

Questa situazione è tipica negli scrittori esordienti, a qualunque età, che partono di getto e poi si fermano perché pensano di aver perduto la vena creativa.

In realtà è un discorso di organizzazione, di struttura, di pianificazione del lavoro.

Consigli per iniziare a scrivere un libro da adulti o da anziani

Come detto sopra, l’età non è affatto un limite. Il vero limite è la conoscenza, a cui si può rimediare tenendo a mente questi principi da seguire.

  1. Il libro è un’opera ibrida: a metà tra arte e prodotto di consumo. Lo è sempre stato. E questa natura non cambierà mai.
  2. Significa che i libri non vengono scritti quasi mai per sé stessi, ma per un pubblico destinati a leggerli.
  3. È fondamentale, prima di tutto, avere in mente un pubblico di riferimento.
  4. E poi un genere letterario a cui ascrivere l’opera, per facilitare l’individuazione del pubblico (per gusti e interessi) e della casa editrice che potrebbe pubblicarlo.
  5. E scrivere secondo le regole del genere letterario (nel thriller, l’assassino viene assicurato alla giustizia, nel romanzo rosa la coppia finisce per stare insieme).

Se intendi scrivere un romanzo, quindi un’opera narrativa, occorre essere consapevoli che verrà letto.

E il lettore deve trovare la narrazione soddisfacente, in linea con le sue aspettative.

Come non perdere tempo in tentativi inutili

Per ottenere il massimo risultato al primo tentativo ed evitare di perdere del tempo che non si possiede, occorre mettere in atto una strategia organizzativa. Di pianificazione dell’opera.

Scrivere un romanzo è come scolpire un blocco di marmo.

Nessun scultore partirebbe dal blocco di marmo, andando a memoria. Michelangelo, prima di mettere mano al blocco del David, ha fatto degli schizzi. Poi ha utilizzato tutta la sua perizia per portare a termine il progetto.

Ma anche una casa si costruisce a partire dalle fondamenta e dal progetto. Altrimenti chi la costruisce materialmente non sa nemmeno da dove cominciare.

Quindi occorre anzitutto definire la struttura:

  • stabilire i personaggi principali della storia (protagonista, antagonista, aiutanti, personaggi di contorno).
  • la loro storia e il conflitto che li anima, ovvero le motivazioni che li spingono ad agire in un modo.
  • l’ambientazione spazio-temporale.
  • l’evoluzione della storia attraverso un arco narrativo, fatto di scene che implicano un’evoluzione dei personaggi, in accordo con le loro motivazioni e gli ostacoli che incontrano sul loro percorso.
  • un finale che rappresenta l’esito di questo percorso, che risulti coerente per il lettore.

Queste regole “drammatiche” sono già state codificate ai tempi di Aristotele, ma essendo il “raccontare storie” antico come l’uomo, erano già presenti in opere come l’Odissea o l’Iliade, per esempio.

In tanti scrivono non avendole in mente, per cui si preoccupano solo di riempire pagine su pagine, che non portano a nulla, perché manca la progettazione.

Il risultato finale è un’opera per sé stessi, sconclusionata, che l’editor di una casa editrice non può far altro che rifiutare.

Ecco invece alcuni libri consigliati sulla progettazione di un romanzo, che consiglio fin da subito se si vuole fare sul serio a 40, 50 anni o nella terza età.

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Il primo manuale consente di progettare strategicamente la storia dall’inizio alla fine, seguendo un canovaccio che evita episodi come “mancanza di ispirazione”, “sindrome della pagina bianca”, perlopiù legati alla scarsa progettazione.

Il secondo è un vero e proprio classico della scrittura creativa, che aiuta a capire come mai certe storie funzionano e come, in fondo, siano sempre le stesse. E come usare sapientemente gli ingredienti di questa ricetta.

Il terzo è un manuale di stile sulla forma, aiuta a dissipare i dubbi su come scrivere dialoghi, che punto di vista adottare, quale persona usare, come migliorare la scrittura e così via.

Ricorda che scrivere un romanzo è prima di tutto “raccontare ad altri una storia”.

Consiglio finale: non scrivere un’autobiografia.

Molti aspiranti scrittori, in età adulta, pensano di voler scrivere un’autobiografia. Ci sono personaggi famosi, dalla vita spettacolare, degna di essere raccontata in un film, che hanno evitato di farlo.

Ma in realtà noi persone comuni abbiamo vite simili, ordinarie, sovrapponibili. E ciò che si ritiene straordinario e incredibile, quasi sempre è accaduto a milioni di persone (lutti, storie d’amore finite male, problemi con i figli, separazioni e ricongiungimenti, persino guerre e disavventure giudiziarie).

Persino le persone famose riempiono di notizie inventate quella parte di vita vissuta prima della fama. E c’è un motivo: la loro vita era piuttosto ordinaria.

Se invece hai voglia di cimentarti con un romanzo, segui i consigli dati sopra. Perderai meno tempo. E se hai una bella storia da scrivere, dei personaggi interessanti da presentare, perché non provarci?

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